IL PROBLEMA DELLE LISTE DI ATTESA TRA IL DECRETO LEGISLATIVO 29 APRILE 1998, N. 124…
Gameti in eredità, è battaglia in Tribunale: lo Studio Legale Forconi assiste la famiglia e la compagna del giovane deceduto
Gameti in eredità, è battaglia in Tribunale. La Repubblica, in data 1 febbraio 2024, porta alla luce una questione dibattuta e di enorme portata etico-legale. Si tratta della storia di una giovane di donna che richiede all’Azienda Ospedaliera di Careggi di poter ricevere il liquido seminale congelato previamente dal compagno deceduto. L’ASL ha negato, una sentenza di primo grado del 2021 le ha dato ragione. La vicenda continuerà, ad aprile, in sede di appello. La donna ha chiesto l’assistenza dello Studio Legale Forconi.
Gli antefatti
Nel 2019, il fidanzato della ragazza al centro della battaglia scopre di aver un tumore. Di fronte alla possibilità di un’infertilità, dovuta alle cure ricevute, decide di congelare il proprio seme. Si rivolge, dunque al centro specializzato di crioconservazione di Careggi. Quest’ultimo, secondo la legge, può conservare per i successivi 3 anni i gameti, permettendone il ritiro solo dal proprietario. In caso di morte del soggetto o di mancato recupero, devono essere distrutti.
Il proseguo della vicenda
Il ragazzo muore e lascia scritto, su un testamento olografo, che consente il ritiro del liquido alla compagna. Lascia in eredità i propri gameti. Al momento della richiesta della ragazza, il centro di Careggi nega. Motivo per il quale si rivolge agli avvocati Matteo Forconi e Roberto Inches. Di fronte alla possibile distruzione del seme, la donna decide di far causa all’ASL. Il testamento, a detta dei legali, dovrebbe prevalere sul modulo di consenso.
La legge a riguardo
La legge 40 del 2004 centra il nodo della questione, fissando le linee guida sulla procreazione assistita. Quest’ultima, in Italia, non può essere effettuata dopo il decesso di uno dei due membri della coppia. Seguendo tale normativa, la donna non potrebbe richiedere i gameti e dare seguito alla procedura. Sulla consegna del liquido, come spiegano gli avvocati, non vi è riferimento in essa.
Il punto centrale della vicenda
L’Asl nega la consegna, pensando al fine di utilizzo dei gameti da parte della ragazza. Tuttavia, la conservazione degli stessi, nonostante la morte del compagno, non è vietata dalla legge. L’obiettivo della protagonista della vicenda, allo stato attuale e con le normative in vigore, è di evitare la distruzione e il possesso del liquido, come desiderato dal defunto fidanzato. L’illegalità dell’impiego dei gameti, post mortem, non viene messa in discussione, allo stato attuale, dalla donna che resta in attesa di un possibile cambiamento di normativa.
I risvolti etici e legali
La vicenda, riportata da La Repubblica e da La Nazione, presenta delle notevoli complicazioni di tipo etico. Prevale il sentimento, la volontà di conservare un bene lasciato in eredità dal compagno per costruire una famiglia o la legge, la normativa a cui l’Azienda Ospedaliera si appoggia? L’Avvocato Matteo Forconi, con l’altro legale rappresentate della famiglia e della fidanzata, ritiene sia più importante il volere espresso nel testamento.
Le complicazioni nascono, poi, dall’effettiva considerazione oggettiva dei gameti: sono beni ereditabili secondo una sentenza del 2013 del Tribunale di Roma. A livello etico, nuovamente, si creano disguidi.
Lo Studio Legale Forconi si erge a difesa della protagonista della storia, sottolinea la delicatezza della questione e l’importanza, per l’appunto, di giungere ad una soluzione che possa rappresentare il bene per la donna e l’esatto desiderio del giovane deceduto.
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